Oggi alle 17:35
Una riflessione aperta del nostro Direttore sull'attuale pubblicità sulla violenza all'interno delle mura casalinghe
Stupito leggo su una locandina “Sei tu il problema di questa famiglia. Se te lo dice è violenza”. Poi sotto più in piccolo: “ci sono frasi che sono come schiaffi…violenza psicologica…minano l’autostima delle donne”.
Il testo termina con “chiama i centri antiviolenza per farti aiutare”. Tutto rivolto alla donna.
Deduco che ci sono frasi che mortificano, umiliano, disorientano e minano l’autostima delle donne.
Perché, se la stessa frase la dice una donna a un uomo, non lo umilia e mortifica?
E se viene detta a un figlio?
Se c’è parità di genere perché si esclude in questi manifesti l’uomo o i figli?
Pare che la violenza abbia un solo genere.
Questo manifesto, immagino pagato con soldi pubblici (marchio regione Emilia Romagna), è una comunicazione evidentemente e volutamente di parte perché prevede che solo la donna possa essere al centro di una violenza verbale e solo a lei rivolge l’aiuto.
Una comunicazione sbagliata, una disparità di genere.
Non si tratta di violenza fisica, dove nella maggior parte dei casi si prevede possa essere attuata solo dall’ uomo perché più forte fisicamente, ma di parole che anche le donne possono usare contro l’uomo o padri e madri contro i figli per ferire, per annientare. Perciò anche l’uomo può essere una vittima, dipende dal contesto, dalla situazione e vorrei ricordare che diversi sono stati i suicidi di uomini vittime di violenza psicologica da parte di una donna.
Declinare solo al femminile è un’ingiustizia, un grave errore che può solo discriminare, non certo informare in modo corretto.
A mio parere questa comunicazione è decisamente sbagliata. Non siamo forse tutti uguali davanti alla legge senza discriminazioni di razza, sesso e religione?
Mi sembra che tutto si stia riducendo ad una stupida lotta senza quartiere, un tifo da stadio che non contempla la ragione, nordisti contro sudisti, indiani e cow boy, guardie e ladri, ognuno tifa in base all’ ambiente dove ha vissuto, percependo messaggi sbagliati e faziosi.
Una corretta informazione e un contraddittorio non di parte, qui totalmente assente, penso sia fondamentale per una scelta consapevole e una crescita democratica.
Mi sembra di sottolineare un’ovvietà che nessuno vede, ma nella storia c’è chi è stato bruciato vivo per avere detto che la terra gira intorno al sole! E la storia che si racconta oggi è che la violenza delle parole viaggi in unico senso.
Io vedo in questi manifesti una palese faziosità, ingiustizia, disparità di genere pagati anche con soldi di chi la pensa diversamente per un diverso vissuto.
Perché non posso leggere manifesti che dichiarano che chiunque venga aggredito con le parole e si senta umiliato, deriso, sconfitto, può rivolgersi a un centro dove possa essere ascoltato e aiutato, donna, uomo, bambino/a, ragazzo/a? forse un manifesto che procura meno audience? Forse perché non è di moda?
La battaglia con le parole non prevede eserciti di genere specifici, uomini e donne possono colpire con la stessa forza.
Non so se questo mondo permeato da cecità e nuovo oscurantismo, e sicuramente distorto, possa appartenermi.
Franco Botta
Liberale anarchico antifascista